Tre esperienze di giovani in missione in diverse parti del mondo: Cuba, Romania e Perù. Tre progetti con un solo denominatore: più che opere materiali, incontri di solidarietà e ponti d’amicizia.
Mario ha 23 anni, Alessandro 22 e Tiziana 44. Sono partiti questa estate rispettivamente per Cuba, Romania e Perù per vivere un’esperienza missionaria. Tre storie e destinazioni profondamente diverse. Tre progetti con un comun denominatore: più che opere materiali, incontri di solidarietà, fedeltà per costruire ponti di amicizia.
Mario: destinazione Cuba
Una laurea in filosofia e un lavoro in una grande casa editrice. Il desiderio di partire per la missione cresce negli anni. «Volevo fare esperienza di un mondo raccontato, tornare alla vita, fermarmi ad amare» racconta. Il sogno si realizza il 29 luglio con l’arrivo all’Avana insieme a circa 50 ragazzi e ragazze di tutta Italia che hanno accolto la proposta della Lega Missionaria studenti, ramo giovanile delle “Comunità di Vita Cristiana” (CVX), che opera a Cuba da 20 anni. Obiettivo: proporre attività di formazione e sostegno destinate al popolo cubano, meditando al mattino le parole di don Lorenzo Milani. Un primo gruppo prende servizio presso la scuola di italiano, ospitata nella Sede della Comunità di Sant’Egidio dell’Avana e all’interno delle mura dello splendido ex collegio gesuita di Belém. Cinque classi per quattro pubblici differenti: bambini, adolescenti, giovani e anziani. Un secondo gruppo è impegnato nelle attività di animazione della parrocchia mentre il terzo gruppo svolge attività di sostegno ai disabili ospitati presso il centro di cura Edad de Oro. Le celebrazioni al termine della giornata e le serate poi trascorse insieme sono occasione di condivisione e rilettura delle esperienze in corso, come il fine settimana di riposo passato insieme a Varadero. «Al riparo da ogni esperienza turistica e in armonia con il luogo che ci ospitava, abbiamo avuto modo di riflettere sui tanti problemi quotidiani che quasi squarciano il nostro tempo. La guerra compiuta dal mondo europeo è stata continuamente argomento di riflessione, accanto ai tanti pensieri dedicati al Paese visitato, a testimonianza che i problemi del quotidiano non possono – né debbono – essere separati dalla comprensione delle dinamiche macroscopiche del nostro tempo. In questo modo l’interno e l’esterno, Cuba e il mondo, non si sono mai allontanati dalle riflessioni del gruppo. Il messaggio è chiaro: “I care” (“mi sta a cuore”). C’è ancora una luce, “un peso per il valore”, “un tempo per raccogliere”. In un mondo segnato da conflitti e paure è ancora “l’uomo buono” del libro del Siracide (29, 8-14) a garantire per il prossimo».
Alessandro: destinazione Romania
«Sono partito a luglio per Sighet. Quindici giorni intensi tra le diverse opere di volontariato, le case famiglia di Batrani, l’ospedale psichiatrico di Sighet. Ho potuto portare, insieme ad altri miei compagni, un sorriso, un momento di spensieratezza, una chiaccherata agli ospiti di queste diverse strutture, vivendo con la gioia del servizio e in totale gratuità questi momenti. Semplici gesti che fanno amare la vita e il prossimo sempre di più. Una forte esperienza di solidarietà con i più poveri ed emarginati in comunione con la comunità cattolica latina che ospita nelle case i volontari. E poi vivere la missione, nelle attività di servizio, nella ricerca di un cammino personale e comunitario di fede. Tra le attività proposte: l’assistenza ai rifugiati ucraini, accolti nella prima delle Casefamiglia fondate a Sighet in questi anni, corsi di lingua italiana e inglese, animazione con bambini disabili, assistenza ad anziani, animazione presso l’ospedale comunale. Un momento di preghiera comune al mattino e alla sera ha scandito le giornate, insieme alla celebrazione della Messa. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Negli sguardi di queste persone incontrate ho potuto conoscere e fare esperienza della sofferenza, ma nella stesso tempo della gioia che ognuno dei ragazzi e degli anziani ritrovati nelle strutture mi hanno donato».
Tiziana: destinazione Perù
Psicoterapeuta prestata al mondo del notariato, “Titti” è partita ad agosto in Perù per l’undicesima volta. «Un ritorno a casa» spiega, accanto ai bambini di strada, nel progetto promosso dalla Comunità di Vita Cristiana e Compagnia del Perù. «Il campo nasce da un gruppo della Lega Missionaria Studenti di Torino dopo l’incontro con Judith Villalobos Vargas, una donna di Trujillo che ha deciso di dedicare la sua vita ai niños in stato di abbandono e vittime di violenza familiare». Nasceva così 25 anni fa il Centro di attenzione ed educazione alla famiglia, che negli anni ha accolto più di 700 bambini dai 0 ai 18 anni, aiutato intere comunità della periferia di Trujillo come Taquila e Torres de San Borja e che ora, in seguito alla pandemia, aiuta circa 60 famiglie con il progetto “Compartir”, con condivisione del cibo donato da un grosso supermercato peruviano e incontri di formazione alle madri su temi legati alla conduzione della casa e della vita quotidiana. «Attualmente la casa ospita 21 bambini di cui alcuni molto piccoli. Gli operatori, tutti peruviani, sono circa una decina e ogni giorno lavorano in un modo inimmaginabile perché il bambino che entra in casa inizi un percorso personale riappropriandosi della propria vita, della propria età, scopra che degli adulti ci si può fidare e che vi è amore gratuito che hanno tutto il diritto di ricevere». Tanti i volontari da tutta Italia. «Partire, seppur tra tante difficoltà, mi rende felice e regala pienezza. Le responsabilità sono aumentate e sembra di non fare mai abbastanza, le preoccupazioni sono tante, quasi sempre legate agli aspetti economici. Sporcarmi le mani per me è preghiera, incontro con Dio. Con le persone più umili il Signore fa vibrare il mio cuore».
Laura Galimberti