Il 15 febbraio di ogni anno si commemora la festa della “Traslazione delle reliquie di Sant’Antonio”, chiamata popolarmente “La festa della lingua”, ricordando l’evento straordinario avvenuto durante la prima ricognizione del corpo del Santo dopo la sepoltura, l'8 aprile 1263 (una seconda ricognizione è stata fatta nel 1981, mentre nel 2010 si è tenuta l'ultima ostensione delle spoglie mortali).
In quella circostanza il corpo di sant’Antonio fu portato dalla chiesetta di Sancta Maria Mater Domini nella nuova Basilica appena costruita. All'apertura della cassa lignea san Bonaventura, generale dell’Ordine francescano, rinvenne la lingua di Antonio ancora bella e incorrotta, quale suole essere quella d’un vivente nonostante fossero già passati trentadue anni dalla morte. Vinto dalla commozione, la mostrò ai fedeli intonando il celebre inno di lode: «O lingua benedetta che sempre hai benedetto il Signore e da altri lo hai fatto benedire, ora è evidente quanti meriti hai acquisito davanti a Dio»
Un prodigio che sembra quasi uno scherzo della natura e che invece possiamo attribuire alla santità della sua vita. Grande predicatore e oratore, non si è risparmiato nell’annunciare il Vangelo e nel commentarlo in modo sublime ai fedeli del suo tempo. Da qui il titolo di Dottore della Chiesa (Doctor Evangelicus) con il quale è stato insignito nel 1946 a motivo della profondità e della competenza nell’insegnamento. Di questo prodigio siamo ancora spettatori e la sua lingua continua a “parlare”. Anche se frate Antonio non vive più, la sua figura continua a essere una parola per l’uomo di ogni tempo.
La festa della Lingua è la seconda festa antoniana per importanza dopo la solennità del 13 giugno.
______________________________________________________________________________
Nella foto: particolare del Reliquiario che contiene la lingua incorrotta di sant’Antonio. È opera di Giuliano da Firenze (1434-1436), in argento fuso, traforato e inciso. Alto 81 cm, è situato nella Cappella delle Reliquie in Basilica.