La povertà, in questi ultimi due anni, è cresciuta largamente, ma anche la solidarietà ha avuto un incremento notevole. In questo contesto si inserisce il progetto “Facciamo i Buoni”.
Sono dati davvero impressionanti: 540mila bambini di età inferiore ai 15 anni in Italia hanno avuto bisogno di aiuto economico per poter avere il latte o mangiare. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead (il Fondo che sostiene gli interventi promossi dai paesi dell’Unione Europea per fornire agli indigenti cibo e /o un’assistenza materiale).
L’analisi fa riferimento al nuovo rapporto Eurostat sui bambini con meno di sei anni in famiglie a rischio di povertà, ovvero con redditi inferiori al 60% di quello medio disponibile. Non è sicuramente un dato positivo e probabilmente si tratta anche di una situazione destinata ad aggravarsi in questi mesi con l’aumento dei prezzi alimentari. Un peggioramento si percepisce già: l’emergenza bollette e l’impennata dell’inflazione che ha raggiunto i livelli record degli ultimi 38 anni, stanno creando nell’anno in corso una nuova ondata di povertà.
I dati Istat registrano un tracollo delle vendite alimentari, diminuite in volume del 4,4% su base annua. Si mangia meno? Sì, per far fronte alle bollette i consumi alimentari vengono tagliati. «Una situazione – sottolinea la Coldiretti in una nota di fine agosto – che pesa di più sulle famiglie più povere tra le quali ci sono oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari che hanno aiutato tra le categorie più deboli anche 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni) e 31.846 disabili».
Un altro elemento messo in evidenza dall’Istat, ancora a giugno, è il peggioramento della condizione delle famiglie con maggior numero di componenti. Nel 2021, l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 22,6% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,6% tra quelle con quattro. In lieve miglioramento per le famiglie di tre (da 8,5% a 7,1%) e di due componenti (da 5,7% a 5,0%). Per quanto riguarda l’infanzia, nel 2021 la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 382mila bambini (14,2%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale).
L’incidenza varia dall’11,4% del Centro al 16,1% del Mezzogiorno. Fin qui molti dati e percentuali. Ma come viene definita la povertà alimentare e come si misura? Viene definita come l’incapacità degli individui di accedere ad alimenti sicuri, nutrienti e in quantità sufficiente per garantire una vita sana e attiva rispetto al proprio contesto sociale. Le statiche ufficiali, Istat ed Eurostat, considerano una persona o famiglia povera dal punto di vista alimentare se non è in grado di mangiare un pasto con carne, pesce, pollo (o equivalenti vegetariani) per due giorni consecutivi.
La povertà alimentare è connessa con la povertà educativa? Sicuramente sì.
Povertà alimentare e più in generale economica e povertà educativa si alimentano a vicenda. Il cibo alimenta il cervello. Il buon cibo, quello sano, equilibrato e bilanciato, migliora le prestazioni scolastiche. La povertà educativa priva un bambino o un adolescente del diritto all’apprendimento in senso lato, dalle opportunità culturali e educative al diritto al gioco. Meno opportunità che incidono negativamente sulla sua crescita, sulla sua socializzazione, il suo sviluppo.
Non solo: un risvolto negativo lo si riscontra anche nel lungo periodo, perché meno opportunità educative da piccolo riducono spesso anche la probabilità che da adulto riesca a sottrarsi a una condizione di disagio economico. La povertà, in questi ultimi due anni, è quindi cresciuta largamente, ma anche la solidarietà ha avuto un incremento notevole. In questo contesto si inserisce anche il Progetto “Facciamo i Buoni” lanciato a dicembre dell’anno scorso dall’Associazione Universale di Sant’Antonio e che in questi mesi ha potuto, da un lato siglare convenzioni con alcuni Comuni italiani, dall’altro avviare nuove trattative.
Non solo; in questi mesi abbiamo potuto anche constatare, ancora una volta, che la generosità fra i devoti di Sant’Antonio è proprio un tratto distintivo. Abbiamo infatti ricevuto numerose offerte per il progetto che vanno a coprire anche un intero anno scolastico (800€). Nemmeno l’estate vi ha fermato! E ora che la scuola è ricominciata i bambini e i ragazzi contano ancora di più su di voi!
Diventate seminatori di buone iniziative!
Condividete con amici e parenti il progetto “Facciamo i buoni”, continuiamo ad aiutare gli studenti e le studentesse, le famiglie in difficoltà.
Lodovica Vendemiati