Davanti agli sguardi increduli dei discepoli, Gesù, risorto, dice “Pace a voi!”. Mostra le piaghe nelle mani e nei piedi, la ferita nel costato. Gli stessi sguardi increduli li abbiamo anche noi davanti alle scene di guerra che ancora riempiono le nostre vite. Non ci toccano da vicino, ma non possiamo certo ignorare questo atroce grido di disperazione che giunge da più parti del mondo. «Troppo sangue abbiamo visto, troppa violenza. Anche i nostri cuori si sono riempiti di paura e di angoscia, mentre tanti nostri fratelli e sorelle si sono dovuti chiudere dentro per difendersi dalle bombe. Facciamo fatica a credere che Gesù sia veramente risorto, che abbia veramente vinto la morte», scriveva papa Francesco nel 2022 proprio in occasione della Santa Pasqua. Sono passati due anni e le sue parole risuonano – ahimè- ancora attuali, troppo attuali. Nulla è cambiato, si potrebbe dire. Anzi, alcune situazioni si sono acuite e fatte ancora più aspre, dolorose, agghiaccianti. «Oggi più che mai – dice papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi nel 2022 – abbiamo bisogno di Lui, che venga in mezzo a noi e ci dica ancora: “Pace a voi!”». Nel 2022... come pure nel 2024.
Un lungo (e forse incompleto) elenco di conflitti: l'Ucraina, la Libia e lo Yemen, l'Etiopia, la Repubblica democratica del Congo, l'America Latina, la Siria, Haiti e la Terra Santa... Sì, proprio la Terra Santa, cioè il luogo dove Gesù ha vissuto i suoi ultimi dolorosi giorni: dall'Orto degli Ulivi al Cenacolo, dal pretorio al monte Golgota. Non ci sono pellegrini quest'anno sui luoghi santi: sono completamente vuote le località della Galilea come Cafarnao e Tabga, sempre affollate al pari del monte delle Beatitudini. Desolata è la stessa Gerusalemme dove la gente ha paura a uscire di casa, tende a rimanere nella propria abitazione, dove gli arabi hanno paura addirittura a parlare la propria lingua. Il conflitto sulla striscia di Gaza ha già portato via più di 32.000 morti, 12mila dei quali bambini. Le stime parlano di almeno 8mila persone ancora sotto le macerie. È un immenso calvario che sembra non finire mai.
Papa Francesco - per tutti questi popoli e per l'umanità intera - non si stanca di invocare il cessate il fuoco, di sognare un orizzonte di pace, di chiedere il rilascio di ostaggi e la fine di ogni violenza. Oggi più che mai abbiamo bisogno del Risorto. «Lasciamoci vincere dalla pace di Cristo! La pace è possibile, la pace è doverosa, la pace è primaria responsabilità di tutti!».