Se c’è un cibo che riveste un valore di grande portata questo è proprio il pane. Non solo come “portata” culinaria, volendo giocare sul termine. Ma per le suggestioni che suscita nella sua valenza culturale e simbolica che appartiene a tutte le culture che ne fanno uso. Pane come sinonimo di nutrimento, pane come alimento base, pane come dono condiviso, segno di fraternità e di solidarietà. Il pane non si taglia con il coltello ma si spezza con le mani. Sembra un gesto non igienico, ma da sempre conserva un valore simbolico fortissimo: dice familiarità, immediatezza, semplicità, uguaglianza...
Quando al mattino nei locali della Associazione viene consegnato il pane fresco si va oltre un gesto puramente materiale e di routine. Non c’è solo la consegna di una “cosa”. C’è anzitutto una relazione. Quella tra le persone che chiedono del pane e l’operatore che lo consegna. La relazione si compone di semplici elementi: il saluto di benvenuto, la consegna, il ringraziamento, l’augurio finale, ma arricchita dall’incrocio degli sguardi, dal sorriso, dalla vicinanza delle mani, da brevi colloqui con i fedelissimi...
Il pane diventa veicolo di relazione e di incontro, di attenzione all’altro e di partecipazione, di comunicazione e di scambio. L’Opera del pane dei poveri significa molto di più che distribuire qualche pagnotta da mettere in tavola.