Quest’anno l’Unicef Italia lancia la campagna #8marzodellebambine con un nuovo rapporto e un video, intitolati “Posso essere quello che voglio”, e un manifesto per la promozione della parità di genere a tutti i livelli. “Nel mondo 600 milioni di ragazze hanno la potenzialità per diventare imprenditrici, scienziate, visionarie, leader politiche capaci di dare vita a importanti cambiamenti, ma ogni giorno molte di loro incontrano barriere che ostacolano questo percorso.
Il nostro impegno deve essere quello di assicurare a tutte le donne, le bambine e le ragazze il rispetto dei loro diritti, della dignità, delle opportunità perché ognuna possa operare le scelte che desidera, senza più alcuna paura o barriera”, ha dichiarato Francesco Samengo, presidente dell’Unicef Italia. Al fianco dell’Unicef in qualità di portavoce della campagna anche due donne: la make-up artist Clio Zammatteo e la campionessa olimpica Valentina Vezzali.
“Ancora ora oggi nel mondo, ogni 10 minuti, un’adolescente muore a causa di violenza; la gravidanza e il parto sono le principali cause di morte e malattia tra le adolescenti. A livello globale circa 15 milioni di ragazze adolescenti tra i 15 e i 19 anni sono state costrette rapporti sessuali o altri tipi di violenza sessuale durante la loro vita. Nel 2017 dei circa 1,2 milioni di adolescenti tra i 15 e i 19 anni che vivevano con Hiv, 3 su 5 erano ragazze; Ogni 3 minuti un’adolescente viene contagiata da Hiv”, denuncia l’Unicef. Un altro dramma sono le spose bambine, che si stima siano “12 milioni all’anno (con una riduzione globale di circa 25 milioni di matrimoni in meno rispetto a quelli previsti 10 anni fa a livello mondiale). Senza un’ulteriore accelerazione, oltre 150 milioni di ragazze in più si sposeranno prima del loro 18° compleanno entro il 2030”.
Ancora: “Nel mondo, almeno 200 milioni di donne e ragazze sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili. Si stima che altre 68 milioni di ragazze subiranno mutilazioni genitali femminili entro il 2030 senza una forte accelerazione nell’azione per porre fine a questa pratica”. Per quanto riguarda l’istruzione, “il 10% delle bambine in età da scuola primaria non la frequenta. Molte altre non possono iscriversi alle scuole secondarie e hanno bisogno di sostegno per sviluppare competenze di base nella lettura e in matematica; 131 milioni di ragazze nel mondo sono fuori dalla scuola”.
Infine, “1 giovane ragazza su 3 – rispetto a 1 ragazzo su 6 -, tra i 15 e i 29 anni, non lavora, non riceve un’istruzione o corsi di formazione; solo il 66% dei Paesi hanno raggiunto la parità di genere nell’istruzione primaria, il 45% nell’istruzione secondaria inferiore e il 25% in quella secondaria superiore”. “Dal pregiudizio all’istruzione, alla protezione, all’uguaglianza fino al mondo del lavoro – conclude l’Unicef – sono ancora troppi gli ambiti in cui donne, ragazze, bambine vengono sistematicamente penalizzate, negando loro il diritto ad autodeterminarsi, a poter essere ciò che vogliono”.
(Agensir)