L'annuncio al termine dell'udienza generale di oggi: "È necessario schierarsi al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche, sforzandoci di porre fine all’insensata guerra alla nostra Casa comune, che è una guerra mondiale terribile". Nella catechesi, il Pontefice ha presentato la vita e la testimonianza di fede di Kateri Tekakwitha
“Dopodomani, il 1° settembre, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, inaugurando il Tempo del Creato che durerà fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi. In quella data ho intenzione di pubblicare un’esortazione. Una seconda Laudato si'”. Lo aveva detto per la prima volta, durante un'udienza privata, nei giorni scorsi. Al termine dell'udienza di oggi, Papa Francesco ha indicato la data. Prende forma così il lancio della seconda parte dell'enciclica. “Uniamoci ai nostri fratelli e sorelle cristiani nell’impegno di custodire il Creato come dono sacro del Creatore – ha aggiunto -. È necessario schierarsi al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche, sforzandoci di porre fine all’insensata guerra alla nostra Casa comune, che è una guerra mondiale terribile. Esorto tutti voi a lavorare e pregare perché essa abbondi nuovamente di vita”.
La catechesi su Kateri Tekakwitha. Papa Francesco stamani, durante l’udienza generale nell’Aula Paolo VI, ha ripreso il ciclo di catechesi “La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente” e incentrato la sua meditazione sul tema “Pregare e servire con gioia: Kateri Tekakwitha, prima santa nativa nordamericana”. “L’evangelizzazione spesso inizia così: con gesti semplici, piccoli, come i genitori che aiutano i figli a imparare a parlare con Dio nella preghiera e che raccontano loro il suo amore grande e misericordioso”, ha detto. Dopo aver ripercorso la biografia della santa, il Papa ha sottolineato come “la testimonianza del Vangelo non riguarda solo ciò che è piacevole; dobbiamo anche saper portare con pazienza, con fiducia e speranza le nostre croci quotidiane”.
“La pazienza è una grande virtù cristiana – ha aggiunto parlando a braccio -. Chi non ha pazienza non è un buon cristiano”. Il modello indicato è proprio quello della vita di Kateri Tekakwitha, che “ci mostra che ogni sfida può essere vinta se apriamo il cuore a Gesù, che ci concede la grazia di cui abbiamo bisogno per proseguire nel cammino della vita cristiana con fedeltà e perseveranza". “Pazienza e cuore aperto a Gesù, questa è una ricetta per vivere bene”, ha aggiunto. Nella missione dei gesuiti in cui viveva vicino Montreal, il Papa ha ricordato che Kateri partecipava alla messa ogni mattina, dedicava tempo all’adorazione davanti al Santissimo Sacramento, pregava il Rosario e viveva una vita di penitenza. “Queste sue pratiche spirituali impressionavano tutti alla Missione; riconobbero in Kateri una santità che attraeva perché nasceva dal suo profondo amore per Dio”.
La santità nella vita quotidiana. Santità e servizio sono stati temi al centro della catechesi. “È proprio della santità attrarre - ha ribadito il Papa -. Dio ci chiama per attrazione. Dio attrae e lei ha sentito questa grazia dell’attrazione divina. Sempre la fede si esprime nel servizio”. Soffermandosi sulla vita di Kateri, il Pontefice ne ha ricordato il voto di verginità perpetua pronunciato il 25 marzo 1679, solennità dell’Annunciazione. “Questa sua scelta rivela un altro aspetto dello zelo apostolico: la dedizione totale al Signore.
Certo, non tutti sono chiamati a fare lo stesso voto di Kateri; tuttavia, ogni cristiano è chiamato ogni giorno a impegnarsi con cuore indiviso nella vocazione e nella missione affidatagli da Dio, servendo Lui e il prossimo in spirito di carità”. Quindi, Francesco ha indicato la santa nordamericana come esempio: “La vita di Kateri è un’ulteriore testimonianza del fatto che lo zelo apostolico implica sia un’unione con Gesù, alimentata dalla preghiera e dai Sacramenti, sia il desiderio di diffondere la bellezza del messaggio cristiano attraverso la fedeltà alla propria vocazione particolare”. “Anche noi, dunque, traendo forza dal Signore, come ha fatto Santa Kateri Tekakwitha – ha concluso -, impariamo a compiere le azioni ordinarie in modo straordinario e così a crescere ogni giorno nella fede, nella carità e nella zelante testimonianza di Cristo".
"Ognuno di noi è chiamato alla santità, alla santità di tutti i giorni, alla santità della vita cristiana comune”. Il pensiero per l'Ucraina. Infine, al momento dei saluti in lingua italiana, il Papa è tornato a esprimere la costante “vicinanza e preghiera” per la “cara e martoriata Ucraina”, “così provata da grande sofferenza”. Parole che assumono un significato ancora maggiore, dopo la chiarificazione della Santa Sede in merito a un suo videomessaggio a un gruppo di giovani russi.
Filippo Passantino
Agensir - (Foto Vatican Media/SIR)