I rendiconti dei Comuni ci incoraggiano ad andare avanti con il progetto “Facciamo i Buoni”. A settembre la scuola riparte: continuiamo a tenere accesa la solidarietà!
I progetti pensati per sostenere chi è in difficoltà, si sa, non vanno mai in vacanza! Ancor di più se riguardano il benessere dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze in età scolare. È così per “Facciamo i Buoni”, l’iniziativa avviata dall’Associazione Universale di Sant’Antonio nel dicembre 2021 che con il prezioso aiuto di tanti donatori, amici, aderenti continua a sostenere diversi Comuni in tutta Italia (una ventina circa). L’obiettivo era ed è rafforzare il servizio di refezione scolastica e garantire a tutti i bambini e a tutte le bambine l’accesso alla mensa scolastica offrendo buoni pasto e quindi assicurando loro un pasto sano al giorno. Non solo, accedendo alla mensa hanno anche l’opportunità di vivere un importante momento di socializzazione e integrazione, fondamentale per tutti, ancor più per i bambini stranieri.
Il Comune di Polla, incastonato nel suggestivo scenario del Vallo di Diano, nel cuore della Provincia di Salerno è entrato a far parte della rete del Progetto “Facciamo i Buoni” grazie all’interessamento di un aderente dell’Associazione che, letto dell’iniziativa proprio sulle pagine della rivista, ha deciso di farsi portavoce nel suo Comune.
Poco più di 5.000 abitanti di cui l’8,1% del totale stranieri che «arricchiscono la diversità culturale e sociale del Comune», sottolineano i referenti dell’Amministrazione comunale a Polla, «le famiglie – racconta l’Amministrazione comunale – pilastro della comunità, sono numerose, ben 2.225 nuclei familiari. Nell’ambito delle famiglie in stato di necessità ne possiamo contare 69, di cui 59 italiane e 10 straniere. Un aspetto significativo è rappresentato dalle famiglie con figli piccoli, che sono almeno 29. Tra queste il 90% ha a carico anziani o disabili, indicando una duplice sfida per queste famiglie: da un lato la responsabilità dei figli piccoli e dall’altro quella di assistere anziani o disabili; il che potrebbe comportare un notevole carico emotivo ed economico. Un dato invece preoccupante è la presenza di 5 famiglie prive di reddito: questa grave situazione di precarietà economica richiede interventi costanti e mirati per garantire loro un sostegno adeguato».
Come sono stati usati i fondi del progetto “Facciamo i Buoni”? Che benefici hanno avuto? Innanzitutto hanno contribuito in modo significativo a migliorare la qualità di vita di persone in condizioni di disagio economico, a rischio povertà o esclusione sociale e hanno garantito ai loro figli un adeguato sostegno nutrizionale durante la giornata scolastica. Su un totale di 188 utenti che usufruiscono del servizio di refezione scolastica 36 famiglie hanno presentato istanza e 32 di queste hanno avuto l’opportunità di beneficiare del progetto perché in possesso dei requisiti.
Non tanto diversa è la situazione nel comune di Novedrate, in provincia di Como, che conta poco più di 2.800 abitanti. I nuclei in carico ai servizi sociali (in totale 85) sono per lo più stranieri, famiglie numerose con figli piccoli e monoreddito. In questo caso il contributo per il buono pasto è stato erogato direttamente al gestore della mensa scolastica e non alla famiglia. Ne hanno beneficiato 12 utenti in totale. «Pensiamo che il progetto “Facciamo i Buoni” – dicono i referenti del comune di Novedrate – sia un ottimo progetto, di grande utilità per le persone in difficoltà e per la comunità tutta. A chi ha presentato richiesta abbiamo spiegato in maniera dettagliata l’origine del finanziamento e la finalità».
Queste semplici parole e i dati che emergono dai Comuni ci incoraggiano ad andare avanti con il progetto: a settembre la scuola riparte... facciamo ripartire anche la solidarietà!
Lodovica Vendemiati