Anno 131 - Marzo 2019Scopri di più
Per cambiare il mondo
Don Livio Tonello, direttore
«Una volta si stava meglio!» Chi non è mai incorso in questa espressione di fronte a situazioni incresciose trovando rifugio nei bei tempi passati? Il tempo andato sembra migliore del presente e forse anche di quello a venire. Ma è solo un modo per esternare facili “lamentazioni”. Quelle che già ritroviamo nei testi dei classici. Cicerone, ad esempio, deplora la corruzione diffusa esclamando: O tempora! O mores! Orazio etichetta i nostalgici con laudator temporis acti: non potendo far rivivere il passato, vi ritornano volentieri con la memoria. Tempi bui, costumi corrotti anche nella situazione odierna dipinta spesso a tinte fosche? In verità la percezione del reale (a volte distorta) è dovuta a più fattori. Anzitutto lo sviluppo delle comunicazioni. Sappiamo in ogni istante quello che accade in ogni parte del mondo. Una quantità di notizie davvero notevole! In secondo luogo perché sono quelle tragiche a fare più rumore. Così ci sembra che ogni giorno aumentino i delitti, le violenze, le malvagità. Infine, non viviamo a sufficienza per dare un giudizio globale su un’intera epoca. I tempi cambiano e tuttavia il cambiamento è fisiologico. Avviene di continuo. Cambiare è nell’ordine delle cose, è in vista del miglioramento, della sopravvivenza. L’ottimo sarebbe…
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