Abrogare la disposizione contenuta nel Decreto legge 81 del 2009, che consente fino a 30 alunni per classe nelle scuole secondarie di I e II grado, per ritornare ovunque ai parametri stabiliti dalla normativa antincendio che fissano il numero massimo in 25 alunni (26 con l’insegnante). E’ la prima delle richieste avanzate al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e al Governo da Cittadinanzattiva per uscire dall’emergenza, mentre l’anno scolastico appena avviato vede nella gran parte delle regioni quasi 17mila classi con oltre 25 alunni, nel 55% dei casi negli Istituti di II grado, soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Campania.
Una situazione, ha spiegato oggi Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva, presentando su Zoom il XIX Rapporto Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, che “va sanata una volta per tutte per ottemperare alle esigenze di sicurezza legate non solo all’emergenza sanitaria ma anche alle emergenze che si potrebbero creare per il rischio alluvione e sismico, che interessano il nostro territorio nazionale”. Oltre a ciò, prosegue, “si migliorerebbe la vivibilità e il benessere all’interno delle aule, si assicurerebbe una migliore qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, delle relazioni interpersonali significative a beneficio di tutti ma soprattutto dei ragazzi più fragili”.
Dalla fotografia scattata da Cittadinanzattiva emerge che nei nostri istituti fra settembre 2020 ed agosto 2021 si sono verificati 35 episodi di crolli, circa tre al mese, con quattro feriti: distacchi di intonaco ma anche di finestre, muri di recinzione ed alberi caduti in prossimità delle scuole, incendi. Più della metà degli edifici è priva del certificato di agibilità statica (54%) e di quello di prevenzione incendi (59%); il 39% è senza collaudo statico, mentre 17.343 scuole, pari al 43% del totale, si trovano in zone ad elevata sismicità.
Inoltre, ha aggiunto Bizzarri, “nell’ultimo anno, a seguito della pandemia, in gran parte dei casi le scuole non hanno rivisto il Piano di emergenza né realizzato le prove di evacuazione”. Notizie incoraggianti, invece, sulla ricostruzione degli istituti scolastici colpiti dal sisma del 2016: gli interventi in corso o programmati riguardano 433 istituti, con un impegno di spesa di 1,2 miliardi di euro.
Meglio gli asili nido. Condizioni migliori dal punto di vista sia della sicurezza strutturale che degli adempimenti relativi alla sicurezza interna sono stati riscontrati negli asili nidi, oggetto di un focus specifico contenuto all’interno del Rapporto. Il 56% possiede la certificazione di agibilità mentre il certificato di prevenzione incendi è presente nel 51% dei nidi, avvantaggiati peraltro dal fatto di essere allocati in edifici di più recente costruzione e situati nel 62% dei casi al piano terra.
Tuttavia, rileva il Rapporto, gli interventi di miglioramento e adeguamento sismici hanno riguardato soltanto il 6% delle strutture, mentre solo il 18% ha effettuato le indagini diagnostiche di soffitti e solai. In merito ai sistemi di sorveglianza, il dibattito degli ultimi anni legato agli episodi di maltrattamenti dei bambini non sembra aver influito sull’istallazione di sistemi di videosorveglianza interni, presenti solo nel 2% dei casi. Leggermente più elevata la percentuale di sistemi di videosorveglianza esterna (6%).
Nonostante la pandemia, nel 75% dei casi i Comuni hanno garantito il pieno funzionamento degli asili nido nel corso del 2021.
Tra le eccezioni la Campania in cui solo nel 38% dei casi si è riusciti a garantire il servizio (in 9 casi esso è stato addirittura sospeso) e la Puglia, nel 45% dei nidi.
“Torniamo a chiedere – prosegue Bizzarri – il completamento e la piena trasparenza ed accessibilità dei dati dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica che ancora non è stata aggiornata con i nuovi indicatori ed è priva di qualsiasi dato relativo agli asili nido comunali”. E poi un appello al ministro Bianchi e al Governo affinché “ nelle Linee guida che saranno varate nei prossimi giorni sia eliminata l’indicazione di dismettere l’uso della mascherina nelle classi con tutti studenti vaccinati per non creare episodi di discriminazione verso quei ragazzi non vaccinati per decisione dei propri genitori”.
Le richieste. Facilitare il monitoraggio dell’attuazione del Pnrr in tutte le sue diverse fasi, garantendo la massima trasparenza delle scelte e degli investimenti ed il coinvolgimento dei territori su cui verranno realizzati i progetti, è l’ulteriore richiesta di Cittadinanzattiva che invita inoltre i dirigenti scolastici ad aggiornare il Piano di emergenza, effettuare le prove di evacuazione, rivedere le procedure per fronteggiare il rischio sismico e l’alluvione, proseguire le verifiche di vulnerabilità e le indagini di soffitti e solai.
All’Anci la richiesta di sensibilizzare i Comuni affinché trovino soluzioni alternative alle scuole in occasione delle elezioni politiche del 2023; al Parlamento di prevedere stanziamenti ad hoc per favorire i Comuni, soprattutto nelle città di medie-grandi dimensioni. Infine, “il ministero dell’Istruzione, di concerto con quello della Salute, incentivi le scuole a dotarsi di apparecchi per una idonea areazione e ventilazione in tutti gli spazi didattici”.