Si Quaeris Miracula (Se cerchi i miracoli)

ringraziamento per grazia ricevuta

Testimonianze di devozione a sant'Antonio

La devozione verso il Santo credo che sia nata perché mi è stata trasmessa da piccola dalla mia cara mamma. Inoltre è il patrono della mia parrocchia e veniva portato in processione per le vie del paese. Ricordo con commozione che si cantava e si pregava. Naturalmente sono ricordi della mia infanzia, poi mi sono sposata e ho cambiato parrocchia. Comunque a suo tempo mia madre aveva perso degli oggetti e poi ritrovati durante o dopo avere recitato 13 Pater. Ora io ho passato i 60 e mi è capitato più di una volta di perdere delle cose di un certo valore e pregando il Santo le ho ritrovate. Sono mamma e nonna e ho trasmesso anche a loro la mia devozione .Grazie per quanto fate di buono.

Maria Odorizzi, Bedollo (TN)

La devozione al Santo è scaturita sin da piccolo in seguito a una usuale asserzione che faceva la mia cara nonna la quale mi raccomandava di dire una preghiera a Sant’Antonio ogni volta che perdevo un oggetto, per ritrovarlo. Cosa che ho sempre fatto e tutto è andato bene. Inoltre mia madre spesso mi affidava un conto corrente e qualche soldo per fare una offerta al Santo. Per un grave intervento chirurgico, a cui fu sottoposta mia figlia, invocai il Santo promettendo che, se tutto fosse andato bene, mi sarei recato con tutta la famiglia a Padova in Basilica per ringraziarlo. Cosa che, puntualmente, ho fatto...

Michele Sparapano, Lido di Ostia (RM)

Caro Sant’Antonio, ogni giorno mi rivolgo a te chiedendo il Tuo aiuto in questa meravigliosa, ma faticosa vita. Mi rivolgo a Te per la mia salute. Quando c’erano i miei genitori erano devoti a Sant’Antonio, la mamma era abbonata al Santo dei Miracoli; adesso che non ci sono più, lo leggo ancora io tanto tanto volentieri. Mi sono rivolta a te per ritrovare gli apparecchi acustici che avevamo perso: sono costosi, ma ero certa che con il Tuo Aiuto li avremmo ritrovati e così è stato. Ti ringrazio Sant’Antonio per il Tuo continuo camminare con me!

Andreina Grones, Arabba Livinallongo (BL)

La mia devozione al Santo è iniziata da mia nonna materna e poi con mia mamma. Quando nella quotidianità della vita perdiamo qualcosa (ad esempio un mazzo di chiavi) la nostra preghiera rivolta al Santo viene esaudita con il ritrovamento dell’oggetto smarrito!

Stefano

Vorrei raccontare in brevi parole la mia devozione al caro Sant’Antonio. Posso testimoniare che per almeno 3 volte ho ottenuto la grazia o il piccolo miracolo di far ritrovare le cose perdute. Infatti dovete sapere che mia madre è molto distratta a causa della vecchiaia, e per almeno 3 volte ha perduto le chiavi dell’automobile. Dopo ovviamente averle cercate con i mezzi umani, ovvero con gli occhi, con il ragionamento, con i sopralluoghi, ho deciso di richiedere questa grazia a Sant’Antonio, accendendo una candela davanti a un suo Santino (e lasciandola accesa una giornata intera) e inginocchiandomi per chiedere la sua intercessione. Puntualmente le chiavi sono state ritrovate, tutte e tre le volte. In due casi le stesse si trovavano in casa, nascoste in luoghi dove forse sarebbero comunque state ritrovate, ma in un caso si è trattato di un vicino di casa che al buio, osservando un piccolo luccichio nascosto fra l’erba, ha ritrovato il mazzo di chiavi e le ha riconsegnate a mia madre. Non una pura coincidenza, non credo, ma una grazia del Santo. Mia madre non lo sa, ma ogni volta che la grazia è ottenuta io prendo la mia automobile e mi reco a una decina di chilometri presso una parrocchia intitolata al Santo per una messa di ringraziamento. E ogni volta che posso, mi sposto da Firenze a Padova per recarmi presso la Basilica. So che è una piccola storia, ma ci tenevo a raccontarvela!

Daniele Rondina, Sesto Fiorentino (FI)

Caro Sant’Antonio, tu mi conosci da sempre, da quando nel 1939 (avevo otto anni) ci siamo trasferiti a Lisbona per il lavoro di mio papà e lì abbiamo vissuto per circa quarant’anni. Per me sei sempre stato l’amico di una vita. Ricordi quando ti pregavo se perdevo qualcosa e tu me la facevi ritrovare? Sì perché in Portogallo - tuo paese di nascita - tu sei quel santo che fa ritrovare le cose perdute e principalmente il fidanzato a chi non ce l’ha. Ogni tanto a Lisbona andavo a pregare nella chiesa con il tuo nome, accanto alla cattedrale, nella cripta che segna il posto dove sei nato, poiché prima era lì la casa dei tuoi genitori. Ho sempre amato la tua storia, quella vita suddivisa tra il tuo paese e l’Italia, proprio come è successo a me. Nel 1996, avendo io 66 anni e trovandomi sola al mondo senza ormai la mia famiglia di origine, con tutta la mia devozione ti ho pregato e ti ho fatto la mia richiesta: «Sono stanca di non aver nessuno con cui confidarmi. Per favore, fammi conoscere un uomo che sia fisicamente gradevole più alto di me, di cultura media come me, che non fumi, che beva con moderazione, che sia mio marito, che mi ami tanto, che sia il mio migliore amico, il compagno che la mattina quando ci alziamo si decide insieme cosa fare della nostra giornata». Sapevo di chiedere troppo, anche se alla fine aggiungevo «se non puoi, non farmi conoscere nessuno! Chiuso». Invece, miracolo: proprio pochi giorni dopo conobbi il mio caro Giuseppe, con tutte le doti da me richieste e per 24 anni siamo stati sposati e sempre uniti come il primo giorno (è mancato lo scorso 15 giugno). Avevo anche fatto il voto, alla fine delle mie preghiere: «Se tu mi esaudisci, ti prometto che lo porto a Lisbona nella tua cripta dove sei nato, e a Padova dove sei morto». E così abbiamo fatto. Se non siete mai stati nei posti da me citati - cari lettori della nostra rivista alla quale sono legata dal lontano 1988 - fate questi due viaggi: saranno per voi indimenticabili e vedrete anche la mia seconda patria, quella del mio carissimo Sant’Antonio che ha una storia antica con tante belle cose da visitare. La mia gratitudine a Lui è immensa, non manca mai a chi ne ha bisogno.

Francesca Cavaglià in Vadacca, Pisa

Papa Francesco, incontrando alcuni anni fa un gruppo di fedeli provenienti da Padova, ha raccontato come Sant’Antonio sia molto pregato anche in Argentina e in modo particolare a lui si rivolgono le ragazze in cerca di un fidanzato. «I padovani sono sempre precisi». Inizia così il video che si può trovare su facebook (datato 16 novembre 2017) in cui papa Francesco racconta a un gruppo di fedeli della città di Padova qual è la ricetta in Argentina per riuscire a trovare marito. Il filmato, realizzato con un cellulare, riprende il Pontefice mentre cammina di fronte a una classe di terza superiore di un liceo. «In Argentina si venera tanto Sant’Antonio - dice il Papa - è il patrono delle ragazze che cercano un fidanzato». Il Papa e gli interlocutori escono in una dolce risata. Poi Francesco prosegue: «A vent’anni chiedono a Sant’Antonio che il fidanzato venga, tenga e convenga. A trent’anni, se non è arrivato, tornano e chiedono a Sant’Antonio che il fidanzato venga e tenga. A quaranta pregano sempre Sant’Antonio ma solo perché un fidanzato venga. E a quell’età... quello che viene, viene!». Questa forma di devozione popolare è presente non solo in Argentina e un po’ in tutti i Paesi dell’America Latina, ma è diffusa soprattutto in Portogallo, terra natale di Sant’Antonio: il Santo è invocato per trovare marito o moglie, ovvero per “accasarsi”, da cui l’appellativo di Sant’Antonio “casamenteiro”. Dopo aver raccontato questo particolare aneddoto, Papa Francesco ha lasciato la scolaresca sorridente, chiedendo loro - come è sua consuetudine (che noi desideriamo osservare) di “pregare per me”. Il video ha fatto sorridere molto per la naturalezza con cui il Papa ha spiegato un simpatico detto caratteristico in Argentina: quella terra “alla fine del mondo” da cui Francesco è arrivato per poi sedersi sul soglio pontificio.

Francesco e la devozione delle ragazze argentine

ringraziamento per grazia ricevuta

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