Nel centro di Padova le Cucine Economiche offrono ogni giorno un sostegno a tante persone fragili; poco distante, un Tempio ci richiama il valore della pace. Tutto nel segno di sant’Antonio.
Una grande opportunità per la città di Padova: questo rappresenta il progetto di riqualificazione che vede coinvolte le Cucine Economiche Popolari e i servizi a esse connessi e che sarà realizzato grazie a un finanziamento di 910mila euro all’interno della Missione 5 “Inclusione e coesione” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La grande opportunità consiste soprattutto nel fatto che verrebbe spostata la sede delle Cucine dall’attuale via Tommaseo 12 a via Tommaseo 47.
Pochi numeri civici di distanza che rappresentano un notevole cambiamento, perché la nuova sede troverebbe spazio nel complesso della parrocchia del Tempio della Pace, in un’area che comprende patronato e canonica. A beneficiare di questo spostamento sono non solo gli ambienti delle Cucine Popolari, ma anche la parrocchia stessa che vedrebbe tornare a vivere luoghi attualmente degradati e inutilizzati. Aspetto non meno importante: anche gli ospiti che usufruiscono dei diversi servizi delle Cucine Popolari potrebbero beneficiare di spazi migliori.
Un progetto quindi notevole che si innesca in un processo di rigenerazione urbana all’interno del riassetto generale dell’area “della Pace” e della parrocchia stessa. Area che è strategica e rappresenta una vera e propria “porta” della Città con il suo viavai di studenti, lavoratori, giovani e anche turisti. Questi cambiamenti hanno a che fare, in qualche modo, anche con la nostra Associazione: non solo per il legame che esiste da sempre con le Cucine Popolari, ma perché la storia del Tempio della Pace si intreccia con quella di AUSA (Associazione Universale di Sant’Antonio), della rivista “Il Santo dei Miracoli” e soprattutto con la generosità di tanti aderenti e devoti.
Fu mons. Guido Bellincini, primo direttore della nostra rivista, nei primi mesi del 1917 a suggerire all’allora vescovo di Padova mons. Luigi Pellizzo di dedicare a sant’Antonio, che prima di essere il santo dei miracoli viene ricordato come il santo della pace, una chiesa con lo scopo di chiedere l’intercessione della salvaguardia della Città dall’invasione nemica e la vittoria delle armate italiane. L’Associazione venne incaricata di raccogliere le offerte necessarie a realizzare la chiesa e le strutture parrocchiali. La zona individuata per la costruzione della chiesa era quella vicino alla stazione ferroviaria. La raccolta di fondi ebbe immediata risposta da tutto il mondo.
La generosità fu davvero tanta: presso la nostra Associazione è ancora conservato un registro in cui sono annotati tutti gli oggetti preziosi inviati dai benefattori, ma tante, tantissime furono anche le offerte in denaro. Il 9 maggio 1920 fu posta la prima pietra seguendo il progetto del padovano Antonio Zanivan. Il 31 agosto 1925 la chiesa fu terminata in gran parte. Nel tempo s’arricchì, oltre che degli altari maggiore e della Madonna, di quello a sant’Antonio. Consacrata il 5 novembre 1938, fu ritenuta dall’Associazione “un altro dei capitoli nella storia delle sue benemerenze”.
Il nuovo progetto punta quindi a potenziare ancora di più le Cucine Popolari come luogo innovativo, aperto e in dialogo con la città di Padova, con gli studenti che frequentano le vicine sedi universitarie e i lavoratori pendolari o che si recano nei diversi uffici della zona, con le associazioni e le tante realtà del territorio. Lo scopo è sempre uno solo: non emarginare o discriminare chi è in difficoltà, ma creare interazioni e relazioni nuove; non parlare di numeri, ma di persone per costruire così una comunità sempre più accogliente, inclusiva, multiculturale... com’è nello stile di sant’Antonio.
Il progetto è in fase di ricognizione: mancano ancora le verifiche e le valutazioni della Soprintendenza dei beni culturali e dei tecnici comunali da cui dipende anche la possibilità di ampliare il centro parrocchiale. Le tempistiche, dettate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dicono che l’operazione dovrà essere completata entro il giugno 2026.
Lodovica Vendemiati