L'alluvione in Emilia Romagna ha distrutto paesaggi, strade, campagne, aziende, scuole. Accanto ai danni economici, il dolore per le perdite di vite umane. Il balsamo della solidarietà
Partiamo dai dati: 350 milioni di metri cubi d’acqua caduti nell’area più colpita (800 kmq di territorio), 100 comuni coinvolti, 23 fiumi e corsi d’acqua esondati, altri 13 che hanno visto superamenti del livello d’allarme, migliaia di frane tra collina e montagna. È stato definito un evento epocale. I danni più ingenti e gli sfollati sono stati in provincia di Ravenna e di Bologna.
Ma Faenza, in particolar modo, è stata il cuore dell’emergenza. Ai primi di giugno la viabilità di carattere nazionale è tornata alla normalità, ma restava critica la situazione sulle strade provinciali e comunali: una prima stima, provvisoria, parlava di almeno 750 milioni di euro di danni, con 28 frazioni ancora isolate, di cui 8 abitate. Le frane censite e oggetto di sopralluogo erano 978. L’alluvione in Emilia Romagna ha distrutto paesaggi, strade, campagne, aziende, scuole.
Danni economici incalcolabili ai quali si sommano anche perdite di vite umane: il bilancio ufficiale infatti è di 15 vittime. Accanto a queste persone che non ci sono più ce ne sono migliaia che hanno perso affetti, ricordi, sacrifici di una vita. Hanno perso la casa, i mobili, l’automobile, libri, giocattoli. Oggetti quotidiani che l’acqua e poi il fango hanno trascinato via. Fra queste persone sono oltre 1000 gli aderenti all’Associazione Universale di Sant’Antonio: circa 250 in provincia di Bologna, 138 nella zona di Ravenna, quella più colpita dall’alluvione, 390 a Rimini e 244 a Forlì-Cesena.
Siamo vicini a questi fratelli e sorelle, con il pensiero e con la preghiera, ma abbiamo anche voluto esserlo in modo più concreto. Da un lato infatti abbiamo scritto loro un breve messaggio di vicinanza con l’intento di farci prossimi: non una semplice pacca sulla spalla, ma un caloroso abbraccio familiare che possa alleviare, in qualche modo, le sofferenze e aiutarli a coltivare la speranza di un rapido ritorno alla normalità. Dall’altro ci siamo attivati fin da subito con una raccolta fondi, aggregandoci a quella già avviata dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.
Perché questa partecipazione? Con questa realtà comunale unitaria abbiamo già in atto un progetto di collaborazione tramite l’iniziativa “Facciamo i buoni” per sostenere i buoni pasto scolastici dei bambini che non ne usufruiscono per problemi economici familiari. Ci è sembrato, quindi, opportuno manifestare ulteriore solidarietà alle famiglie colpite dalla inondazione e alleviare il loro disagio. Dei 9 comuni a cui ci riferiamo, almeno 7 sono stati colpiti direttamente.
L’Associazione si è impegnata da subito a elargire un contributo in denaro e a raccogliere ulteriori fondi da inviare ai Comuni colpiti garantendo un uso adeguato degli aiuti attraverso la convenzione già in atto con l’amministrazione municipale. Perché, una volta pulito il fango, accatastate le macerie, liberate le strade, come ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando a Ravenna una delegazione di coloro che hanno contribuito alla gestione dell’emergenza «a questo punto, superata la fase di immediata emergenza, continua ininterrotta l’azione di rilancio e di ripresa del territorio».
La macchina della solidarietà dell’Associazione si è messa in moto e fin da subito non è mancata la benzina: da tutta Italia sono arrivate le prime donazioni. Ancora una volta gli aderenti dell’Associazione Universale di Sant’Antonio non si sono tirati indietro e hanno lanciato un segnale chiaro, concreto a chi sta vivendo da settimane momenti di grande sconforto e difficoltà, a chi ha perso tutto, a chi deve ricominciare da zero. Ancora una volta ci sentiamo in obbligo di dirvi GRAZIE, cari amici e care amiche. «La carità è l’anima della fede» dice Sant’Antonio e voi ne date dimostrazione.
Lodovica Vendemiati