XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
Dal Vangelo di Marco
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre»
L’ultima parabola
Tutto ha un inizio e tutto ha una fine. È nell’ordine delle cose create che non sono eterne. Nemmeno le creature umane sono immortali. Sono però protese verso l’eternità. Per questo l’ultima “parabola”, cioè la similitudine della fine dei tempi, non è una parabola discendente e di chiusura, ma una apertura su ciò che non passa, su ciò che non tramonta. L’incertezza è solo sul momento preciso, non sull’accadere. Ci consola una parola che fa guardare in avanti con fiducia rispetto al decadimento naturale della materia, compresa la nostra vita. Ciò che ci attende non è la fine ma il raggiungimento del fine ultimo per il quale siamo stati creati.