(Testimonianza di un detenuto sulla residenza al Monastero di Bose)
«Sono uscito dal carcere per tre giorni.
Arrivati a Magnano e salendo verso il monastero ho iniziato a vedere la natura con i suoi colori, le foglie, i boschi, i profumi e il sole che si rifletteva sul prato verde come la speranza.
All’improvviso ho visto una volpe che guardava verso di noi e questo evento mi ha suscitato una forte emozione. Sono stati tre giorni di gioia, emozioni, colore, bene, vita, rinascita, condivisione, amore e fiducia in se stesso e negli altri. Vedere una comunità in movimento per il bene comune è come vedere che da soli non si vince. Si ha bisogno gli uni degli altri. La vita non è un “io” ma “noi”.
Erano 14 anni che non stavo fuori tre giorni, sia di giorno che di notte.
Vedere le stelle di notte è stato come vedere il volto di una persona amata.
Condividere il pranzo, la cena, la preghiera, le meditazioni, gli incontri, gli sguardi, i sorrisi, gli occhi e i corpi che parlavano è stato come parlare con la vita.
Ho capito quanto è bella la vita e che non va sprecata ma va accolta sia quando accadono eventi lieti sia quando accadono eventi negativi.
Queste emozioni hanno risvegliato un nuovo Carlo che oggi ha voglia, desiderio, speranza di ricominciare una nuova vita».